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 Di seguito una selezione di domande ricorrenti.

La normativa attuale definisce 4 tipologie di scarichi in base alla loro provenienza: Acque reflue domestiche: acque provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche (art. 74 D.Lgs. 152/06); la normativa regionale (R.R. 03/06 del 24/03/2006) specifica ulteriormente la definizione, annoverando tra le acque domestiche anche quelle provenienti da laboratori di parrucchiere, barbiere, istituti di bellezza, lavanderie a secco a ciclo chiuso ed attività di stireria la cui attività sia rivolta esclusivamente all’utenza residenziale,commercio al dettaglio di generi alimentari, anche con annesso laboratorio di produzione finalizzato esclusivamente alla vendita stessa, attività alberghiera e di ristorazione.
Acque reflue assimilabili al domestico: acque reflue provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno o alla silvicoltura, all’allevamento di bestiame, alla acqua coltura e piscicoltura, attività termali, così come specificate dall’art. 101 comma 7 del D. Lgs. 152/06. Anche in questo caso il R.R. 03/06 del 24/03/2006 specifica ulteriormente quali acque possono considerarsi tali: quelle il cui contenuto inquinante, prima di ogni trattamento depurativo, sia esprimibile con i parametri della tabella 1 dell’allegato B e risulti inferiore ai corrispondenti valori limite (art. 5).
Acque industriali: qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento (art. 74 del D. Lgs. 152/06).
Acque meteoriche di dilavamento: ai sensi dell’art. 2 del R.R. 04/06 è così definita quella parte delle acque di una precipitazione atmosferica che, non assorbita o evaporata, dilava le superfici scolanti. Le acque meteoriche di dilavamento sono quindi distinte in:
a. Acque di prima pioggia, ovvero quelle corrispondenti, nella prima parte di un evento meteorico, ad una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sull’intera superficie scolante servita dalla rete di raccolta delle acque meteoriche;
b. Acque di seconda pioggia, ovvero la parte delle acque di dilavamento eccedente la prima pioggia.